il sorriso di Mandela

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Il ritratto di Mandela1,

è stato appena completato.²

 

L’ultima fatica3 di Jorit4 in piazza Leopoldo a Firenze, è un invito a visitare la periferia5 della città.

Arrivata alla fermata della tranvia, vicino alla piazza,

non ho avuto nessuna esitazione e mi sono diretta a passo svelto,

come se avessi saputo esattamente dove andare.

Non è una cosa scontata, perché il graffito non è immediatamente visibile6

 

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Trovato…

Ovviamente mi sono intrufolata nel punto più vicino possibile per fare le foto.

Nella parte sottostante dei garage privati. Quasi subito il cancello automatico ha cominciato a richiudersi…

Sono stata indecisa se scappare in tempo… ma naturalmente, invece ho continuato a fare le foto…

Per fortuna mi hanno liberata quasi subito due passanti molto divertiti dall’accaduto :))

 

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I passanti si sono dichiarati del tutto estranei all’opera

– Noi non c’entriamo niente. –

Cosa che mi ha stupita molto.

Una volta riemersa ho notato, sempre più sbalordita,

 

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che nessuno tra tutti gli indaffarati infreddoliti che passavano si fermava a guardare l’opera,

malgrado le dimensioni gigantesche, nessuno si voltava a guardarlo.

Naturalmente invece destavo molta curiosità io,

che scattavo le fotografie arrampicata sui vari muri e muretti circostanti. Per trovare l’angolatura migliore.

Se i passanti, erano stupiti di me, io ero stupita della loro noncuranza rispetto al Gigantesco ritratto.

Eppure il sorriso di Mandela era lì

sovrastante lo spazio.

 

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La cosa bella è che tutti sono stati molto partecipi delle mie foto :))

Proprio accanto si stava svolgendo una scenetta altrettanto interessante:

Un gruppo di ragazzi, dotati di un’attrezzatura fotografica molto più appariscente della mia7, stavano intervistando alcuni vecchietti,

davvero simpatici, seduti in fila su una panca

(felicissimi di ricevere tante attenzioni)

e contenti di poter raccontare la loro quotidianità.

 

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Nel frattempo si moriva dal freddo e mi sono rintanata nel bar Milleluci lì accanto.

Sono stata accolta molto cordialmente da una signora e da un ragazzo al bancone8.

Accanto, un ragazzo con

la felpa del temibile Venom9

[che gli ho invidiato tantissimo!] stava assistendo amorevolmente un ragazzo disabile,

dandogli da mangiare, con moltissima pazienza e delicatezza, una pizzetta in piccolissimi bocconi.

 

Il sorriso di Mandela11,

è l’occasione per scoprire

che la periferia10 non è fatta di cemento, sbarre, cancelli e muri.

 

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Ma soprattutto di vita, di quotidianità indaffarata,

Milleluci di sorrisi…

 

 

 

LE IMMAGINI DELL’ARTICOLO

L’aspetto più interessante, com’è spesso nelle opere di Jorit è il modo in cui il ritratto si inserisce nel contesto.

Ed è quello che ho cercato di mostrare con le immagini di questo articolo.

In questo caso Jorit ha scelto un piano obliquo, una enorme facciata che taglia di sbieco lo spiazzo dove si affaccia.

L’effetto è quello di una enorme tela appoggiata tra cielo e terra.

 

 

 

 

Note

1 Su Nelson Rolihlahla Mandela (1918–2013) www.nelsonmandela.org
2 Mi riferisco al 4/11/2018, prima di pubblicare l’articolo, sono tornata nuovamente sul posto per vedere se fosse stata rimossa la struttura che Jorit ha utilizzato per dipingere lungo tutta la parete. [La seconda volta sono riuscita ad entrare direttamente nella postazione da cui lavorava.]
3 gioco sul fatto che in napoletano è sinonimo di Lavoro :))
4 Jorit Agoch sito ufficiale. Come nel caso di Mandela, le opere di Jorit sono ritratti giganteschi di persone che ritiene particolarmente significative dal punto di vista sociale. Tra i più belli, il ritratto di Che Guevara (geniale il modo in cui si inserisce nello spazio, diviso tra due enormi facciate). Molti rappresentano personaggi e figure di rilievo della cultura napoletana che più gli appartiene (bellisssimi tra questi, i ritratti di Maradona, Rocco Hunt e il mio preferito, il ritratto di S. Gennaro!). Nella sua carriera alcuni inconvenienti: L’arresto in Palestina durante la realizzazione del ritratto dell’attivista palestinese Ahed Tamimi e il lavoro appena precedente a questo dell’articolo, il ritratto di Ilaria Cucchi (sorella di Stefano) per cui è stato aggredito e minacciato da un consigliere comunale di Fratelli d’Italia.
5 Per la verità è una zona decentrata (piuttosto che periferica) di Firenze.
6 La facciata su cui è dipinto volta le spalle alla strada da cui si arriva.
7 La mia attrezzatura fotografica è piuttosto minimale :))
8 Il ragazzo, con la sindrome di down era molto contento di lavorare al bancone, difficilmente si sarebbe visto lavorare in un bar del centro.
9 Personaggio della Marvel Comics, della saga di Spiderman, di cui è un temibile avversario: Venom è il simbionte che aveva tentato di impossessarsi da Peter Parker, scacciato da lui, si è impossessato della personalità più debole e instabile di Eddie Brock, da qui il carattere irascibile ed imprevedibile di Venom. Rappresenta una forma di giustizia alternativa a quella istituzionalizzata (come anche Spiderman) ma con la caratteristica di essere incontrollabile e violento, a differenza dell’Uomo Ragno. Il costume di Venom è nero con un ragno bianco al centro.
10 Portato da Jorit a Firenze! [Forse ti può interessare anche l’articolo su Banksy a Firenze].
11 Nello scrivere, ho letteralmente, le lacrime agli occhi, per la tanta dolcezza e la dimensione umana che ho ritrovato. Fuori dal centro, nel mio centro.

 

 

Sulla street Art puoi vedere anche Banksy a Firenze

 

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